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Autore: 1455845@aruba.it Creato: 06/07/2006 16.59
Possibilmente parliamo di jazz...

Da 1455845@aruba.it il 01/10/2009 17.24

'fascination' è il titolo di una canzone italiana famosa in tutto il mondo. L'autore è un toscano che si firmava Fermo Dante Marchetti e si spense a Parigi a 64 anni. Aveva composto questo brano nel 1932 con il titolo di 'Malombra', ma gli americani comprarono i diritti e cambiarono il titolo in 'Fascination' inserendolo in un film con Audrey Hepburn e Gary Cooper: Il titolo italiano di questo film è 'Arianna'. Questo ci dice che in realtà gli standards vengono da tutto il mondo, ma riprenderemo quest'ultimo argomento fra qualche giorno... versioni famose di 'fascination', Nat King Cole, Elis Regina eccetera, ma anche il sax alto di Fausto Papetti, commerciale, certo, ma con tanta eleganza...

Da 1455845@aruba.it il 15/05/2009 18.20

fra i titoli di jazz standards di origine italiana vanno considerati 'lemon drop' e 'goldchild'. entrambi sono stati

composti da george wallington ovvero giacinto figlia nato a palermo ed emigrato subito dopo... insieme alla

sua famiglia ovviamente... wallington ovvero figlia ha suonato con tutti i nomi celebri degli anni quaranta e cinquanta...e così via...

volendo elencarli tutti si ha bisogno dell'enciclopedia... invito tutti a divertirsi ad elencarli... giacinto figlia si è spento

a miami nel 1993...

Da 1455845@aruba.it il 07/02/2009 18.29

è notorio che ci sono canzoni italiane famose all'estero, che da noi nessuno ricorda.  Spesso la ragione sta nel testo anglo-americano che  ha avuto fortuna presso il pubblico internazionale.    Una di queste canzoni è 'uno dei tanti' di mogol e donida che, nel 1963, tentavano di ripetere il successo al festival di sanremo dell'anno precedente, vinto con 'al di là' scritta per luciano tajoli.        una coppia americana abituata al successo commerciale, leiber e stoller, imbastì un testo dove il cantante o la cantante si dichiara povero... ma ovviamente ricco d'amore..... (vietato ridere...).... 'I, who have nothing'  vanta centinaia di incisioni e continua ad essere incisa. notevole è la versione storica di Ben E. King, ma anche le versioni dei britannici Shirley Bassey e Tom Jones sono piaciute molto.                   un'altra canzone italiana che vanta quasi cinquanta anni di incisioni è "Softly, as I leave you" , titolo orginale  'piano'.     in questo caso il testo di un britannico è del tutto simile a quello italiano di giorgio calabrese, ma cambia il personaggio: è chi abbandona l'amante che canta.   ciò rende il testo molto più credibile.  la melodia di tony de vita è di primo rango.  grandi incisioni: Frank Sinatra, Doris Day, Matt Monro, Elvis Presley, Bobby Darin, Michael Bublè e così via...

Da 1455845@aruba.it il 26/10/2008 15.53

molte canzoni italiane sono famose in tutto il mondo.   probabilmente guidano la lista, 'o sole mio' e 'torna a surriento' .... il testo inglese, necessario per una diffusione planetaria, è stato spesso cambiato ma, recentemente, 'o sole mio' si è assestata sul testo scritto per elvis presley cioè 'it's now or never'.   presley ha inciso anche 'torna a surriento' con il titolo di 'surrender', ma non ha avuto uguale fortuna. questa canzone è più facile trovarla con il titolo 'come back to sorrento'.... ambedue le canzoni possono vantare qualche incisione jazz       un'altra grande canzone italiana amata in tutto il mondo è 'mattinata' di leoncavallo... per il mondo di lingua inglese 'you're breaking my heart'... il testo italiano, dello stesso leoncavallo, è eccellente e rappresenta un amante che invita la sua bella a svegliarsi per corrisponderlo. mentre nel testo inglese, chi parla è un amante abbandonato... non è stata notata la gioiosa attesa che disegna leoncavallo, peccato...              ancora bisogna parlare di 'dicitincelle vuie', che dalla ha derubato con 'caruso'..., il testo originale di questa splendida canzone narra lo stratagemma di un innamorato che, per sondare l'animo dell'amata, si finge innamorato della sua amica. per tutta risposta, la ragazza scoppia in lacrime e l'uomo (un pò perverso... o no?) le rivela il suo amore.   è possibile che il giochetto non era gradito agli emigranti italiani, nel testo inglese, 'just say i love her', parla un ex-amante che dice a qualcuno, 'dille che l'amo, che sono pentito di averla lasciata e che vorrei tornare da lei'.

Da 1455845@aruba.it il 03/10/2008 16.47

fra gli standard jazz di origine italiana va elencato 'Avalon', un brano composto dal mitico Al Jolson ed amato soprattutto dai musicisti del periodo swing.  questo perchè Giacomo Puccini, il grande operista italiano, accusò di plagio autori ed editori e vinse la causa.  Il tribunale americano gli riconobbe 25 mila dollari di diritti che, nel 1920, dovevano essere qualcosa... l'inciso dello standard riporta chiaramente una famosa aria della 'Tosca'.

Da 1455845@aruba.it il 02/09/2008 18.41

leggendo ed ascoltando helene Grimaud ( versione francese dell'originale cognome: Grimaldi), mi è venuta in mente diane Krall.....ambedue bionde con gli occhi azzurri, rappresentano benissimo la prima, il grande concertismo classico e la seconda, il jazz più elegante....ma guardando più da vicino, si nota che la prima è una esponente dell'upper class e la seconda una brava ragazza di provincia..... sembra l'ennesima prova che il jazz è la musica d'arte degli altri, degli esclusi e, si badi, il primo a dirlo è stato Django, l'insuperato chitarrista tzigano....ma non vorrei che ciò suonasse, in qualche modo, negativo nei riguardi della Grimaud: è bravissima ed i suoi libri sono eccellenti....riprenderò questo tema...

Da 1455845@aruba.it il 24/07/2008 19.03

c'è un'arte nell'esibirsi, dove più che la tecnica strumentale o vocale, conta la capacità 'animale' di imporsi. il magnetismo o come lo vogliamo chiamare però non cancella un dato oggettivo di conoscenza musicale o strumentale. per dirlo in un altro modo, ci sono artisti che hanno la capacità di coinvolgere un pubblico senza sapere fare molto... nel pop la cosa è molto comune, ma questo non può cancellare gli evidenti limiti musicali e strumentali... elton john è perfetto così com'è, ma quanti pianisti suonano meglio di lui?... è offensivo notare i suoi limiti pianistici? e perchè mai?... d'altro canto, mi sembra evidente che invece di lodare chi ha successo, è preferibile spendere qualche parola per grandi artisti che non hanno goduto di uguale riconoscimento... insomma, preferisco parlare di jimmy raney e non di qualche eroe della chitarra che guadagna in un mese ciò che raney ha guadagnato  in una intera vita...

Da 1455845@aruba.it il 25/06/2008 16.21

essere mitomani a 15 anni è giusto e comprensibile,  da 20 anni in poi essere mitomani significa essere
perfettamente imbecilli.   In una classe di conservatorio, che è sicuramente un uditorio selezionato, anche dopo la riforma di letizia moratti, notai sorpresa quando riportai cose che sanno tutti in gran bretagna. e cioè che in  molte incisioni dei beatles  non è ringo starr il batterista, ma bernard purdie; che il pianista è sempre billy preston e che gli assoli di chitarra spesso non sono di george harrison, ad esempio, quello di "something" è di eric clapton; mentre george martin non è il produttore, ma l'arrangiatore ed orchestratore. t.s. eliot sosteneva che l'essere umano non può sopportare troppo realtà... e forse per questo va avanti a miti... tornando a noi, ornette coleman non sa suonare il violino... quello che tenta di fare è simile a ciò che ha tentato keith jarrett in "spirits" con il sassofono ed altri strumenti: fare musica senza tecnica strumentale..... in arte il procedimento risale alla pittura, cioè dipingere senza tecnica pittorica, ad esempio facendo colare liberamente la pittura sulla tela, e dalla pittura esce il termine naif... intellettualmente la cosa può interessare, come interessa qualsiasi tentativo di musica aleatoria, ma questo non cambia lo stato delle cose:
ornette è un grande del jazz, ma non sa suonare il violino.punto.

Da 1455845@aruba.it il 07/06/2008 9.46

ieri ho ascoltato un concerto jazz nella palestra di una scuola. L'acustica era semplicemente offensiva ed il fonico un incompetente. E questo è nella normalità, poi c'era una buona sezione ritmica, mentre due degli strumentisti a fiato erano la dimostrazione che, in italia, i sassofonieri ed i trombettieri non sanno nulla di armonia. Mi sono chiesto spesso come mai i sassofonieri ed i trombettieri possano fare una carriera senza sapere cosa sia una progressione armonica. Forse è la mancanza di visualità dei loro strumenti: alla batteria, contrabbasso, chitarra, pianoforte, violino eccetera, si vede che non sai suonare. Per questo ai vari cocciante, dalla, conte, cutugno nascondono la tastiera: per non fare vedere il loro approccio elementare. Per questa stessa ragione si è riusciti a fare smettere di suonare il violino ad ornette coleman, fermo restando che quest'ultimo ha idee melodiche di tipo superiore anche se è un naif. Ho conosciuto chet baker, è vero che leggeva poco e male, ma se si sedeva al pianoforte, poteva eseguire la progressione armonica di centinaia di standards a memoria. Vorrei sapere quanti sassofonieri e trombettieri italiani saprebbero farlo anche solo per una ventina di brani. 

Da 1455845@aruba.it il 19/05/2008 17.00

i grandi strumentisti jazz spesso non sono buoni compositori di temi ovvero di canzoni su cui improvvisare. i discografici vogliono materiale originale per incassare il più possibile, ma spesso varrebbe la pena di opporsi ed incidere brani già esistenti, ovviamente, ricostruendoli secondo la propria visione musicale. è questa la grande lezione dei grandi del passato che hanno sempre inserito qualche propria composizione nell'incisioni o nei concerti, ma non hanno mai preteso di comporre tutto il loro repertorio. suonare e cantare un brano già esistente significa segnalare ciò che amiamo e che ci lega all'ascoltatore.