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Autore: 1455845@aruba.it Creato: 06/07/2006 16.59
Possibilmente parliamo di jazz...

Da 1455845@aruba.it il 07/06/2007 9.14

è molto più difficile fare una incisione di jazz vocale che una strumentale di pari livello... da bravo studioso della materia, mi sono spesso chiesto perchè... esaminando i vari elementi, si nota che un brano cantato sceglie un soggetto preciso, mentre un brano strumentale lascia alla fantasia di ognuno l'individuazione della sua storia... se così possiamo dire... poi c'è la voce del cantante o della cantante... niente può risultare così soggettivo... parlando di strumenti, diciamo in generale: ci piace il sassofono, il pianoforte, la chitarra...magari notiamo che preferiamo il sassofono contralto al tenore o viceversa... ma raramente ci soffermiamo sul suono di questo o di quel soggetto... anzi, di solito amiamo la diversità... con la voce, il comportamento è opposto... per ragioni che spesso non sappiamo individuare, amiamo questo e non quello... il cantante preferito di charlie mingus era jackie paris, mentre miles davis voleva bob dorough: scelte assolutamente impopolari...lo scrivente trova irresistibile il timbro di Johnny Hartman, stilisticamente vota mark murphy, ma pensa che il massimo del jazz vocale sia ancora armstrong che canta ellington, in una incisione dove lo stesso ellington prende il posto di billy kyle nel gruppo di armstrong... viene il dubbio che l'impresa sia disperata...

Da 1455845@aruba.it il 13/05/2007 1.52

nel jazz non ci sono più figure di riferimento: è l'effetto della globalizzazione...essendo ormai il jazz diffuso in tutto il mondo, come il cinema, ognuno si esprime traendo spunto da dove gli pare... può essere la cultura locale... può essere il mito americano (si pensi agli "spaghetti western"...)... può essere la cultura classica che è di fatto la cultura della notazione musicale... e che ha sempre furbescamente accolto chiunque abbia voluto partecipare al rito della scrittura e della interpretazione... da chiunque e da ogni parte...magari mescolando varie fonti... la mancanza di figure di riferimento non è un limite, anzi, è la maturazione e la misura della grandezza del movimento stesso...

Da 1455845@aruba.it il 25/04/2007 2.05

devo ritornare sul momento storico perchè vedo che il concetto è poco recepito...ci sono momenti di creatività e momenti di testimonianza... forse è presuntuoso dire quale è il momento attuale, ma credo che pochi possono negare che il grande cinema italiano è datato negli anni '40, '50, '60 e poco altro... poi c'è una esibizione di versatilità e, soprattutto, un lavoro di testimonianza che non va sminuito... perchè questo è il lavoro che porta Dante o Shakespeare, Bach o Mozart, Ellington o Parker ai giorni nostri...Christian De Sica è bravo come il padre, ma per incidere sulla scena mondiale avrebbe dovuto vivere gli anni che ha vissuto il padre... e la stessa cosa vale per marco risi e così via... non è l'abilità individuale che fa la grandezza, ma il periodo storico... non vanno però sminuiti i momenti di testimonianza, perchè servono per esaminare a fondo le grandi opere e seminano le premesse per un futuro di nuovo creativo... c'è solo un dovere collettivo: continuare ad amare il grande passato e tentare testardi di competere con esso... il resto lo farà la storia...

Da 1455845@aruba.it il 09/04/2007 2.02

ci sono dei dizionarietti pieni di umore nero... divertentissimi... il modello penso che sia swift...gionata... esiste uno sulla musica fatto da una coppia di canadesi... credo di averlo regalato a qualcuno... devo comprarne una altra copia... ricordo la definizione di "critici:"ce ne sono di due tipi: quelli comprati e quelli venduti..."... si potrebbe estenderlo, ad esempio, "sassofonista": individuo che soffia molto forte e veloce e che continua il suo 'assolo' vari minuti dopo che è finito... oppure "trombettista italiano": individuo che tiene la tromba alla miles davis, gesticola alla miles davis, si siede alla miles davis e suona noiosamente come tutti i 'very cheap miles' che affollano il globo...

Da 1455845@aruba.it il 25/03/2007 3.29

colleziono "down beat" dal 1963... pertanto non ammetterò mai che qualche altra rivista sta facendo meglio... ma "jazz times" sembra essere orientata a differire le registrazioni per organico... lo sostengo da anni... la musica dei pianisti non va mescolata a quella velleitaria dei sassofonisti e trombettisti... ed i cantanti hanno fini artistici diversi dai chitarristi o batteristi... e sono differenze strutturali e, dunque, tecniche: un grande della musica strumentale, come Gary Burton , non è altrettanto grande a fare un disco di jazz vocale... la storia ci insegna che un quartetto d'archi è cosa ben diversa da una opera lirica... perchè nel jazz ci si ostina a fare di ogni erba un fascio?

Da 1455845@aruba.it il 06/03/2007 9.00

... anche se sono uno dei tanti figli di "kind of blue"... il mio gruppo preferito è il modern jazz quartet per tante ragioni... hanno un nome collettivo, e questo significa che capiscono perfettamente che il jazz è un'arte collettiva... di fatto scrivono solo temi e punteggiano occasionalmente alcuni "appuntamenti" durante l'improvvisazione... non perdono mai di vista lo swing ed il blues e adorano le grandi canzoni... curano in maniera meticolosa soprattutto la dinamica... non amo particolarmente le loro trascrizioni classiche, ma anche in questo caso le loro qualità rimangono intatte... e lasciano trapelare la loro formazione jazz...

Da 1455845@aruba.it il 05/03/2007 14.38

... c'è chi ha idee, c'è chi copia le idee altrui e c'è chi suona uno strumento come se fosse un gioco d'abilità paragonabile al ping pong... per lo scrivente non c'è dibattito: fra kenny dorham, un qualsiasi trombettista italiano e maynard ferguson... sceglierò sempre l'autore di 'blue bossa'... by the way, avete visto 'the commitment'? quelle accuse al jazz sembrano forzate ed imprecise... ma provate a mettere sassofonisti e trombettisti davanti alla parola jazz e tutto risulta condivisibile e convincente...

Da 1455845@aruba.it il 18/02/2007 15.52

... è il titolo di un blues di bill evans... essendo una musica così dichiaratamente individuale (a parte chi copia miles o coltrane...) è ovvio che ognuno matura una propria idea di jazz... per lo scrivente, il jazz è una musica totalmente improvvisata con un tema base e delle indicazioni che possono essere trasmesse verbalmente... ciò che nel jazz viene chiamato "head arrangement" ed il tutto: "straight jazz"... tutto il resto è, ne sono profondamente convinto, destinato ad invecchiare molto velocemente e tranquillamente dimenticato... pertanto, le big band sono delle big 'boiate' e quando vedo un trombettiere che reincide il suo assolo a frasettine come fanno i cantanti pop in sala d'incisione... il minimo che posso pensare è che tale trombettiere di jazz non sa nulla...

Da 1455845@aruba.it il 28/01/2007 6.40

copiate perchè nei secoli non si è fatto altro... mia moglie si è sorpresa a scoprire che il testo di 'my funny valentine' è stato preso da un sonetto di shakespeare... salvatore quasimodo ripeteva ossessivamente che le canzoni sono fatte con i cascami della musica e poesia d'arte...probabilmente gli sarebbe piaciuto che i ricchi autori di canzoni pagassero qualcosa per il sostenimento dell'arte pura...un pò come il calcio sostiene l'atletica ed il nuoto...non mi dispiace che si cerchi di divulgare una poesia o una musica d'arte attraverso la canzone commerciale (avete presente donna summer che canta sul preludio in do minore di chopin?...)... basterebbe denunciare la fonte...allora, 'quasi sera' di luigi tenco è "ricordo di marie a.' di bertold brecht (tenco ha giusto cambiato le nuvole in vele...)... 'dove credi di andare' di sergio endrigo è 'la città' di costantino kavafis... chi vuole continuare la lista?

Da 1455845@aruba.it il 24/01/2007 17.20

si potrebbe fare pace con i giornalisti invitandoli a scrivere una storia del giornalismo (invece che una storia del jazz) ed invece di elencare le cento incisioni che non ci devono mancare (elenco che di solito aiuta... ad andare al gabinetto, come dicono i 'benpensanti'...), potrebbero dirci quali sono i cento giornalisti odierni più importanti... così sapremmo quali sono i lecca...piedi più potenti d'italia... va bene, sto esagerando... in fondo, basterebbe che scrivessi una storia del giornalismo italico ed elencassi i cento giornalisti che bisogna leggere assolutamente...la prossima barzelletta qual'è? che abramovich è comunista? e che ha comprato la squadra del chelsea per diffondere il comunismo in gran bretagna?...